Presidente e AD BrianzAcque, Boerci: “Dalle acque di scarico nessun rischio per la trasmissione della malattia. Ottimo lavoro del depuratore di Monza a protezione dell’ambiente naturale acquatico. E acqua del rubinetto sicura e controllata”

Data
Dove
Scarico depuratore
Monza
27/4/2020

Non posso che esprimere soddisfazione per l’importante lavoro svolto dal depuratore di Monza, anche in tempi di Coronavirus.  Le indagini eseguite da due strutture di eccellenza come l’Istituto di Ricerca sulle Acque del CNR  e i laboratori del Sacco, hanno dimostrato la grande efficacia   dei trattamenti di disinfezione utilizzati presso il nostro l’impianto, al servizio di 600 mila abitanti. Trattamenti capaci di annientare le tracce (inattive) di Coronavirus,  rinvenute  all’ingresso e di restituire alla natura e al fiume Lambro acque,  che ne risultano totalmente prive. Siamo fieri di un grande depuratore che, ancora una volta, sta svolgendo un ruolo prezioso a protezione dell’ambiente naturale acquatico”.

Enrico Boerci, presidente e Ad di BrianzAcque commenta così la pubblicazione dei primi risultati della ricerca eseguita sui reflui collettati dalle reti fognarie secondo le quali il depuratore di Monza San Rocco(come il Milano San Rocco e il Milano Nosedo)  riesce ad  eliminare completamente il “materiale genico riconducibile al SARS-CoV-2” su campioni di reflui  in uscita dagli impianti per rilevare la presenza del Coronavirus. “Di per sé, la presenza di tracce di Covid 19 nelle acque di scarico – continua Boerci -   non rappresenta alcun pericolo per la popolazione in quanto il virus  perde la sua vitalità   che ne pregiudica la capacità infettiva per via di una serie di fattori.  Dobbiamo pensare che nei reflui fognari è presente di tutto , e dunque anche i virus, ma da sempre è così e non c’è nulla per cui preoccuparsi”.  

BrianzAcque crede nell’utilità di continuare gli studi sulle fognature per costruire un modello predittivo capace di  individuare, in modo precoce, l’insorgenza di possibili,  nuovi focolai di Covid-19 e per circoscriverli.  Un modello che da Monza e da Milano potrebbe essere sviluppato e applicato anche in altre parti d’Italia, come ulteriore misura non invasiva a protezione della popolazione dalla pandemia.

La società pubblica dell’idrico brianzolo peraltro, non si è limitata a fornire campioni di reflui ma, sulla scia di una proficua partnership consolidata con IRSA /CNR  sta portando avanti un filone d’indagine complementare. Il team del laboratorio analisi sta infatti collaborando con i ricercatori dell’Istituto di Ricerca delle Acque di Brugherio per sviluppare un metodo ad elevata tecnologia per la ricerca e, sucessivamente, la misura della concentrazione dei diversi farmaci utilizzati nella cura del Covid-19 e dei loro metaboliti pertinenti, sia in ambito ospedaliero che domiciliare.  Un ‘attività che si lega a doppio filo ad un progetto già in corso per la ricerca di nuovi microinquinanti emergenti nel ciclo dell’acqua e che, partendo sempre dall’analisi dei reflui in ingresso al depuratore, potrebbe fornire indicazioni utili sulle diverse  terapie utilizzate nel tempo. Commenta la dott.ssa Sara Valsecchi, ricercatore IRSA-CNR “Con questa attività innovativa abbiamo messo a punto uno strumento che può aiutare a comprendere quali trattamenti farmacologici siano stati effettivamente utilizzati nel corso dell’epidemia e se vi sia stata una evoluzione temporale nelle cure, informazioni che saranno molto importanti da correlare con l'evoluzione della malattia”.

Se non esistono problemi  per le fognature e per la depurazione, a maggior ragione non ce ne sono per l’acqua destinata al consumo umano.   Come già evidenziato dall’Istituto Superiore di Sanità, lo scorso 5 marzo: “L’ acqua del  rubinetto è sicura rispetto ai rischi di trasmissione della COVID-19 e non sussistono motivi di carattere sanitario che debbano indurre i consumatori a ricorrere ad acque imbottigliate o bevande diverse”. Così non fosse non saremmo stati invitati ripetutamente da tutti gli enti preposti alla tutela della salute a lavarci ripetutamente le mani.

Tutta l’acqua erogata da Brianzacque rispetta i valori di parametro previsti dalle normative in vigore. Ulteriore garanzia deriva dalla considerazione che in Brianza ci si approvvigiona esclusivamente con acqua di pozzo che viene prelevata dalla seconda falda, situata  tra i 40 e i 100 metri di profondità, in ambienti protetti e senza rischio di contaminazioni microbiologiche esterne. “Anche in questo periodo di attività ridotta-  evidenzia Alberto Sala, direttore dei laboratori analisi di BrianzAcque - abbiamo sempre operato attivamente per garantire che venissero controllati sia gli impianti di trattamento già presenti sul nostro territorio e anche quelli di nuova installazione, posati dal settore dell'acquedotto per essere pronti, in vista del periodo estivo, ad avere acqua in quantità sufficiente e di buona qualità dal punto di prelievo, lungo tutto il  percorso di distribuzione e fino al rubinetto degli utenti”.

Come per il Covid-19, anche sul fronte delle acque destinate al consumo umano, la collaborazione con CNR-IRSA, i confronti con ATS e con gli altri Gestori del Servizio Idrico lombardo costituiscono un ulteriore elemento di fiducia per il cittadino, che vede BrianzAcque mettere in campo le migliori tecnologie attualmente disponibili sia a livello impiantistico che di monitoraggio della risorsa, in sintonia con le richieste derivanti dalle attuali richieste normative,  ma già proiettati a poter rispondere a quanto deriverà dalla Normativa Comunitaria in fase di emanazione.

Allegati